Quando eravamo piccoli, così come accade a tutti i bambini di questo mondo, chiedevamo sempre il perché delle cose: perché il sole è rosso al tramonto? Perché fa freddo? Perché c'è il sole in cielo? Perché il cielo è azzurro? Siamo vissuti con la giusta convinzione che dovevamo sapere il perché qualcosa accadeva. Gli anni dell’istruzione ci hanno dato l’opportunità di svelare tanti di questi perché e molti altri, a cui non si poteva rispondere, sono stati casomai lo stimolo che ci ha spinto ad intraprendere un percorso formativo specifico per trovare risposta alle nostre curiosità. Volevamo capire le cose per rendere il mondo migliore.
Oggi ci stanno invece “indirizzando” verso il mondo urlato, quello in cui ci si concentra ad insultare qualcosa o qualcuno, lasciando agli slogan sintetici e, spesso, fuorvianti una fantomatica risposta al perché tutto accade. Si sta creando una società di IGNORANTI, nel senso di persone che IGNORANO e che, soprattutto, non hanno più interesse a capire il perché delle cose.
In questa realtà di dilagante ignoranza si arricchiscono, diventano paladini del sapere, non coloro che, una volta avremmo definito saggi, ma gli urlatori del nulla, coloro che enfatizzano le nostre angosce, le nostre preoccupazioni, le nostre paure.
Spiegare il perché renderebbe coscienti le persone di ciò che accade ed avrebbe un effetto benefico sulle nostre ansie, invece si preferisce il “sadismo informativo” perchè l'unico interesse è il “business”.
Questo modus operandi dell’informazione sta avvenendo in tutti i settori e, tristemente, anche nel campo della meteorologia, dove anche la previsione meteo è diventata business, notevole business.
Non a caso quasi tutti i più famosi siti meteo nazionali adottano la strategia della notizia urlata e enfatizzano gli eventi o, addirittura, come in questi ultimi giorni in cui METEOROLOGICAMENTE PARLANDO c’è poco da dire, vengono annunciati come scontati avvenimenti futuri fortemente incerti o che addirittura non si verificheranno mai.
La semplicissima informazione del tempo che farà è diventata poco attrattiva, noiosa e quasi uno spreco di energia.
Io continuerò nella mia filosofia di vita che mi spinge a cercare sempre un perché a ciò che accade e su questa linea proverò ad informarvi sul tempo che verrà; nel contempo, come faccio da qualche anno, continuerò a fare “il pompiere” spegnendo l'ansia che scatta in coloro che leggono gli articoli ad effetto di molti siti, ma poi hanno l’intelligenza di non fermarsi al titolo e cercano conferme o smentite.
Chiedo scusa per la lunga premessa ma era doverosa vista la degenerante informazione meteo che si legge in giro ed anche per chiarire ancora una volta come la penso e come ho intenzione di proseguire nella gestione del sito e del gruppo “A spasso tra le nuvole”.
Torniamo alla realtà che ci catapulta in una fase climatica molto “bloccata” probabilmente a causa, come detto anche giorni in tv, della contemporanea presenza di tre condizioni climatiche, tutte e tre già separatamente prese non favorevoli ad inverni dinamici: 1) il fenomeno della Niña che rende gli anticicloni sub tropicali più forti e spostati più a nord di quanto dovrebbe avvenire in inverno;
2) un’anomalia negativa delle "ssta" in oceano nord Atlantico che spinge le correnti a getto a tuffarsi in tale area stimolando di riflesso la risalita di aria calda nord africana verso il Mediterraneo;
3) ultimo, ma non per questo meno importante, la forza del Vortice Polare stratosferico e, da un po' di giorni, anche quello troposferico, che riduce l’ampiezza delle ondulazioni trattenendo il grande freddo verso latitudini più elevate.
Le perturbazioni viaggiano a latitudini elevate e l’anticiclone raggiunge facilmente il Mediterraneo; così accadrà anche domani quando l’anticiclone sub tropicale raggiungerà il Mediterraneo e a seguire quasi tutta l'Europa. Insomma dopo quello di Natale, collezioneremo anche l'anticiclone caldo di Capodanno con dinamiche simili a quanto già vissuto.
Pertanto domani, e almeno fino a lunedì 2 gennaio, vivremo giornate soleggiate e molto miti, con temperature massime che saranno simili a quelle tipiche di fine settembre o inizio ottobre; soltanto le nebbie o foschie notturne, dove si manifesteranno, daranno una parvenza di normalità invernale.
Dal 3 gennaio, ma in modo più deciso, nei giorni successivi, la corrente a getto tornerà ad essere più tesa e punterà verso l’Europa, perlomeno quella centro/occidentale ridimensionando, gradualmente, lo strapotere anticiclonico.
Come spesso accade in queste circostanze il Mediterraneo sarà l’ultimo a cedere, pertanto vivremo ancora alcuni giorni, dal 2 al 5 gennaio, piuttosto soleggiati (tranne le nebbie o foschie notturne), ma con temperature, che almeno in montagna, inizieranno a scendere verso la normalità termica.
Una prima vera svolta, ma non eclatante, arriverà appena dopo l’Epifania, quando potrebbe farci visita la prima perturbazione nord atlantica, ma già qui entriamo nel mondo dell’incertezza e non si può escludere che, con un colpo di spugna stile metà dicembre, tutto cambi all’improvviso.
Sottolineo che se dovesse maturare quanto riportato nelle mappe sopra, non sarebbe nulla di clamoroso, ma perlomeno le temperature tornerebbero in linea e le precipitazioni assumerebbero carattere nevoso a quote tipiche del periodo (1000/1200 metri di quota).
Gli spaghi meteo, che nel lungo periodo sono l’unico vero strumento da utilizzare per un approccio cauto alla tendenza previsionale, non evidenziano scossoni clamorosi e le poche prospettive “gelide e nevose” rimangono eccezioni; di conseguenza non possono essere prese ad esempio per “forzare” scenari gelidi che, razionalmente, probabilisticamente, con logica, ad oggi non si vedono.
La speranza per il bene di tutti è che l’inverno torni ad essere più dinamico: per gli amanti di neve e gelo per assaporare il piacere di un panorama più bianco e per gli amanti del caldo e del sole come forma di "investimento" per un'estate che non si trasformi in sofferenza per grave carenza di acqua.
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